lunedì 21 agosto 2017

La Torre Nera: la recensione

L'opera letteraria (probabilmente) più complessa di Stephen King arriva al cinema.

La Torre Nera, pellicola diretta dal regista danese Nikolaj Arcel (Royal Affair) è approdata nelle nostre sale il 10 agosto e, a differenza del materiale letterario da cui è tratta, è meno complessa di quanto si pensi.

Approssimativo. Questo è La Torre Nera. Un lungometraggio che (purtroppo) non emoziona, non rapisce, non coinvolge nonostante la materia di base indubbiamente affascinante. Un prodotto essenzialmente privo di personalità che neanche due big come Idris ElbaMatthew McConaughey riescono a sollevare dalla polvere su cui pone le proprie basi.

La durata insolita e una produzione decisamente travagliata sono probabilmente i due aspetti che più hanno influenzato la riuscita finale. È quasi inaccettabile che un prodotto audiovisivo di questo genere venga recluso in soli 95 minuti, ovvero un tempo davvero troppo stretto se si ha la pretesa di raccontare un universo così ampio come quello creato da King nella serie della Torre Nera. 

Eppure non tutto è effettivamente da buttare nel film di Arcel. Gli effetti visivi infatti fanno bene o male il proprio lavoro (a parte qualche sequenza più trascurata). Ciò comunque non riesce a salvare una delle trasposizioni più vacue che siano mai state realizzate negli ultimi anni.

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