mercoledì 7 settembre 2016

Venezia 73 - giorno 8

Presentato in Concorso l'attesissimo nuovo film di Pablo Larrain, Jackie, dedicato alla figura di Jacqueline Kennedy.

Protagonista assoluta del film, e anche della giornata, è Natalie Portman, che nel film interpreta proprio l'ex first Lady in quello che è stato il momento più difficile della sua vita. La storia del film infatti si concentra sui quattro giorni vissuti da Jackie Kennedy tra l'attentato mortale al presidente JFK e il funerale di stato. Un ritratto intimo di una donna che si è trovata ad affrontare sia il lutto personale per la perdita del marito in modo così violento, che pubblicamente una situazione estrema di fronte a un Paese scioccato, mentre la politica andava avanti eleggendo il nuovo presidente Lyndon Johnson.

A raccontare questa storia, che s'intreccia con la Storia vera e propria, è un regista non americano come Pablo Larrain, cileno, e quindi lontano da questi argomenti, come ha spiegato durante la conferenza stampa: "Io non sono americano e nel mio paese non siamo molto legati a questa storia, però l’ho vissuta come una grande opportunità di una storia fantastica".
Il regista ha raccontato di aver letto documenti che descrivevano i fatti in modo dettagliato: "Avevamo tante informazioni ma ci sono cose che accadono dietro le porte. C'era una Jackie misteriosa, sconosciuta tra i personaggi conosciuti. La sfida era utilizzare il cinema per arrivare a lei, un mix di mistero ed emozione. Il film si compone di frammenti di memoria che non sono montati cronologicamente, una struttura emozionale per entrare nel suo mondo".

Punto di forza del film è la sua protagonista, Natalie Portman, che ha descritto questo ruolo come il più pericoloso della sua carriera. "Tutti sapevamo tutto su di lei. Non avevo mai interpretato una donna realmente esistita, il rischio e il timore sono quelli del confronto con l’originale. Non mi considero un’imitatrice, ho fatto del mio meglio perché la gente immaginasse Jackie", ha dichiarato l'attrice premio Oscar, "Pensavo solo ai suoi sentimenti, ma sono arrivata a lei per vie diverse. Una giovane donna, un simbolo per tante persone, una madre, moglie tradita, che pensa a come andare avanti. L’ho sentito come il più pericoloso ruolo che ho mai fatto."
Ovviamente non è mancata la fase di studio della vera Jacqueline Kennedy. "Abbiamo guardato molti filmati per studiare la voce e la gestualità", ha raccontato la Portman, "il suo modo di parlare era diverso a seconda delle situazioni. La sua voce era più timida e il tono a volte si alzava nelle discussioni con un amico, mentre nelle apparizioni pubbliche era diverso. Quando sai che la gente ti vede come un simbolo mantenere l’aspetto umano quando non sei in pubblico può essere difficile".

"E’ stata una grande possibilità avere Natalie per il ruolo", ha aggiunto Pablo Larrain, entusiasta della sua attrice, "Posso dire che ricordo il primo giorno in cui abbiamo girato quando ho chiesto a Natalie di avvicinarsi sempre di più alla telecamera... questo è il film, lei in tutti i modi. E’ stato difficile per lei avere tante persone così vicino per tutto il tempo, ma volevo che fosse qualcosa di intimo, per capire quello che ha provato Jackie nella realtà".

Davvero ottima l'accoglienza alla pellicola dopo la proiezione stampa, tanti applausi e commenti molto positivi, soprattutto riguardo l'interpretazione di Natalie Portman. Chissà che non arrivi qualche premio.

Il film sarà distribuito prossimamente da Lucky Red.

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Presentato in Concorso anche il nuovo lavoro di Terrence Malick, il documentario Voyage of Time: Life's Journey, accolto positivamente dalla stampa.

Il film di Malick è un po' "figlio" della parentesi documentaristica di Tree of Life. Dai pianeti alle cellule, dallo spazio alle foreste, dai vulcani al mondo animale, Voyage of Time è un racconto poetico e filosofico, con un montaggio di immagini straordinarie e spettacolari.

Ovviamente Terrence Malick non ha accompagnato il film al Lido. A presentarlo ci hanno pensato i suoi produttori, che hanno raccontato come il regista si portasse dietro l'idea fin dagli anni '70. "E' un filmaker visionario che usa il linguaggio della scienza per creare un'opera d'arte", ha dichiarato Sophokles Tasioulis, mentre Grant Hill ha spiegato che Malick "non ama stare sotto i riflettori, sente troppa pressione. E' una scelta personale".

Narrato da Cate Blanchett, nella versione estesa per le sale, e da Brad Pitt, in quella ridotta per IMAX.

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